Parliamo prima del perché!?!
Nella vita veniamo chiamati costantemente a scelte in momenti in cui non siamo pronti.
Facciamo un esempio, chi di noi a 30, 40, 50 o 60 anni, non ha pensato almeno una volta, che avrebbe potuto fare scelte diverse nella vita, rispetto a quelle che si è trovato a fare?
Alla veneranda età di 13/14 anni veniamo chiamati a scegliere un indirizzo scolastico.
Un indirizzo che come minimo definisce, se l'ambito in cui opereremo è tecnico, artistico o umanistico.
Capite a quella età, un ragazzo si trova a scegliere se nella vita sarà un geometra o un ragioniere, un barman o un giornalista.
Viviamo in una società ad alto grado di specializzazione, dove scegliere non è facile perfino per un adulto.
Per esempio ai nostri corsi si iscrivono giovani, adulti, persone di una certa età, tutte accomunate dal desiderio di crescere nell'ambito delle professioni d'aiuto.
Una scelta che obbiettivamente sarebbe stata difficile da fare nell'adolescenza.
Fare il volontariato per esempio, nel nostro paese è demandato alla buona volontà del singolo, non c'è una formazione specifica, che possa garantire la persona in difficoltà e preservare l'operatore.
Non ci dimentichiamo che essere in contatto continuo con il dolore, a volte con la disperazione, non è cosa facile da vivere e soprattutto da lasciar andare.
La persona in difficoltà vive un momento di disagio, che coinvolge tutte le sfere del pensare e dell'agire, in quella condizione di fragilità, necessità di un aiuto, specifico. L'agire spontaneo potrebbe essere controproducente.
L'operatore a sua volta, viene catapultato di volta in volta in un mondo ostile, senza alcuna protezione, come un muratore senza guanti, elmetto e formazione.
Insomma rischia di farsi male, cosa succede se si fa male emotivamente? Quando accumula stress? Quando torna a casa e non sa come gestire la valanga di emozioni che ha vissuto?
Vedete questa cosa non riguarda solo l'ambito del volontariato, ma tante altre attività: la professione medica, infermieristica, l'insegnamento e tutte le professioni che in un modo o nell'altro ci mettono in contatto con la sofferenza, con la disperazione, con le difficoltà della vita che fa a cazzotti con il senso d'impotenza.
Nei prossimi giorni scriveremo ancora altro su quest'argomento, che offre molti spunti di riflessione.